Margherita Sarfatti e l’arte in Italia tra le due guerre

Organizzata alla Galleria Russo (Roma) e posticipata a data da destinarsi, la mostra è corredata da un catalogo con introduzione di Corrado Augias e testi di Fabio Benzi, docente dell’Università di Chieti e fra i massimi esperti dell’arte italiana del Novecento, e Rachele Ferrario, autrice di una accurata recente monografia dedicata a Margherita Sarfatti.

Sfogliare il catalogo ci offre una lettura del novecento sotto tutti i punti di vista, politico, culturale artistico e sociale, e ci presenta la figura di una personaggio che, come scrive Fabio Benzi, con la sua cultura determinata e cosmopolita aveva surclassato il ruolo di qualsiasi maschio dominante dell’epoca”.

Margherita Grassini Sarfatti (Venezia, 1880 – Cavallasca, Como, 1961) fu una donna di straordinaria forza, di sofisticata cultura e di autentica intelligenza. Nel contesto internazionale delle donne del XX secolo che con la loro personalità hanno contribuito a costruire il mondo moderno ella spicca come un astro di prima grandezza. Ciò nonostante gli aspetti di coinvolgimento politico che la interessarono, e che ne rendono il ritratto più chiaroscurato e contrastato di quanto comunemente avvenga con personaggi così intimamente “progressisti”.

Critica d’arte e collezionista straordinaria e compulsiva, dagli ideali di sinistra che applicò rigorosamente nei suoi scritti come nelle sue amicizie, scrittrice e giornalista,  protagonista della cultura internazionale ed europea dell’epoca, raccolse durante tutta la sua vita migliaia di opere, da Tolouse-Lautrec a Mario Sironi, Alberto Martini, Romolo Romani, Medardo Rosso, Umberto Boccioni e Achille Funi, solo per citarne alcuni.

Attraverso un’ampia scelta di opere originariamente presenti nella sua collezione, il volume evoca l’immagine di una donna che si è rivelata come una delle maggiori interpreti della sua epoca, nel bene come nel male (come ella stessa riconobbe nella sua tarda età). Di origini ebree dovette lasciare l’Italia in seguito alle leggi razziali, rimanendo vittima lei stessa degli ideali che aveva contribuito a far nascere ma che presero una inarrestabile deriva.

“Margherita aveva sovvertito con pacata determinazione il ruolo di “genere” che dall’antichità si incollava alle donne: il mito di Pigmalione che crea l’ideale femminile come emanazione della forza maschile, lei lo aveva ribaltato”. La sua influenza sulla formazione culturale di Mussolini, ce ne dà un chiaro esempio.

IL CATALOGO
A CURA DI Fabio Benzi
RILEGATURA Cartonato con plancia
DIMENSIONI 22 x 22 cm
PAGINE 128
ILLUSTRAZIONI 60
LINGUA Italiano
ANNO 2020
EDITORE Silvana Editoriale
STAMPA Tecnostampa, Loreto

per maggiori informazioni visita il sito
https://www.silvanaeditoriale.it/exhibition/234/margherita-sarfatti-galleria-russo

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