“Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione” Da Moebius, per i tipi di Tecnostampa, Loreto.

Dall’8 ottobre fino all’8 marzo 2026 Palazzo Bonaparte a Roma sarà il tempio dell’Art  Nouveau. Insieme alla più ampia e completa mostra sull’arte di Alphonse Mucha sarà possibile ammirare le opere dei più grandi artisti che si sono confrontati con il tema della bellezza e della seduzione femminile.
Con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Ceca, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e del Centro Ceco presso Ambasciata della Repubblica Ceca, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia, in collaborazione con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino. La curatela è di Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con la direzione scientifica di Francesca Villanti. Main partner della mostra la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale con Poema. In mostra sono presenti oltre 150 capolavori di Alphonse Mucha, a ripercorrere tutta la sua storia, e anche opere di Giovanni Boldini, Cesare Saccaggi, statue antiche, opere rinascimentali, arredi e oggetti Art Nouveau e tantissime altre curiosità.

Ospite d’onore della mostra la Venere di Botticelli dei Musei Reali di Torino, icona e testimonial mondiale della bellezza senza tempo.
Il rapporto tra Mucha e Botticelli, seppur separati da quattro secoli, si concentra in modo emblematico sulla rappresentazione della bellezza femminile e sul ruolo che assume nei rispettivi immaginari. Mucha reinterpreta in modo originale quell’ideale di bellezza trasformandolo in un linguaggio decorativo e moderno.
Botticelli fu riportato alla ribalta dalla Confraternita dei Preraffaelliti inglesi che, in quanto contemporanei di Mucha, condividevano i suoi  ideali di espressione artistica e il suo impegno per i più alti standard figurativi.
L’intera mostra offre ai visitatori l’opportunità di  una rara convergenza tra i mondi artistici del Rinascimento e del fin-de-siècle.

Sarah Bernhardt (1844-1923). Il rapporto tra Alphonse Mucha e Sarah Bernhardt fu una collaborazione artistica cruciale che lanciò la carriera di Mucha e rilanciò la fama di Bernhardt, trasformando entrambi in icone della Belle Époque. Iniziò nel 1895 con la creazione del manifesto per Gismonda, che ebbe un successo tale da portare Bernhardt a firmare un contratto esclusivo di sei anni con Mucha. Mucha divenne lo stilista e il grafico ufficiale della Bernhardt, creando manifesti, costumi, scenografie e gioielli, e definendo l’immagine pubblica della diva con il suo caratteristico stile Art Nouveau.

Mucha, così come Boldini, creò icone femminili uniche e riconoscibili, ottenendo un successo mondiale che partì da Parigi e arrivò fino a New York, dove la sua arte divenne un simbolo dell’Art Nouveau. Sebbene con stili diversi, Mucha e Boldini riuscirono a catturare e rappresentare in modo memorabile la figura femminile per il grande pubblico, affermandosi come figure chiave dell’arte del loro tempo e influenzando generazioni successive.

Maestro dello stile modernista, meglio conosciuto come Liberty, che si impose in Europa tra fine Ottocento e inizio Novecento, Mucha è riuscito con la sua arte a fondere in un unicum espressivo la propria eredità slava con le molteplici suggestioni da lui assorbite dalle scienze naturalistiche, dalle stampe giapponesi, dai dipinti ottocenteschi e dai fregi dell’arte bizantina, e a creare quello che poi sarà definito lo stile Mucha. La bellezza e la grazia della donna celebrate conferendo alla figura femminile una solennità seducente e ieratica, esaltata dalla raffinatezza delle pose e dei gesti, dai colori tenui o sfumati, dalle decorazioni di foglie e fiori che si intrecciano con la fisicità elegante delle protagoniste, comunicatrici volitive tanto da imporsi nei manifesti pubblicitari.
Mucha fu definito dal New York Daily News nel 1904 “il più grande artista decorativo del mondo”, per il suo stile anti-accademico ed edonista ed improntato ad una ricerca ornamentale costante che ancora oggi ispira innumerevoli espressioni artistiche contemporanee dalla Street Art alla dermopigmentazione artistica, ovvero il tatuaggio.

Mucha fu uno dei principali illustratori della Belle Époque e lavorò per diverse aziende prestigiose, tra cui Nestlé. Realizzò manifesti pubblicitari per una vasta gamma di prodotti, dai profumi ai prodotti alimentari, contribuendo a definire l’estetica pubblicitaria del periodo. All’epoca, i manifesti erano un mezzo di comunicazione fondamentale, e l’uso di un artista rinomato come Mucha contribuiva a costruire l’immagine del brand e a renderlo riconoscibile.

Alphonse Maria Mucha. Nato nel 1860 in Moravia (odierna Repubblica Ceca), Alphonse Maria Mucha iniziò la sua carriera artistica a Vienna e poi a Parigi, centro artistico dell’epoca. La sua fama esplose con il poster di “Gismonda” per Sarah Bernhardt nel 1894, ottenendo un contratto di sei anni che lo lanciò come cartellonista di successo, con i suoi manifesti pubblicitari e teatrali, realizzati per aziende come Nestlé e Moët & Chandon. Mucha è il narratore di una Belle Époque caratterizzata dal progresso tecnologico delle grandi esposizioni universali e della diffusione massiva di nuovi beni di consumo, strizzando l’occhio all’affascinante mondo dell’occulto e del misticismo. Le sue opere non si rinchiudono tra le pareti di atelier, gallerie e Salon, ma trovano il loro posto nelle strade, nei passages couverts, nelle piazze, dove si afferma la nascita di una nuova società impaziente di affacciarsi al nuovo secolo.
La sua opera più imponente è una serie di 20 dipinti, realizzati negli ultimi anni della sua vita e denominati “Epopea slava”. Il ciclo, testimonianza dell’impegno culturale e politico in favore della causa slava, consta di venti grandi tele (6×8 metri), che raccontano i principali avvenimenti della storia slava fra il III e il XX secolo.
Dopo la creazione della Cecoslovacchia, ha lavorato per il nuovo stato, disegnando francobolli, banconote e creando la decorazione per la Cattedrale di San Vito.

ALPHONSE MUCHA
UN TRIONFO DI BELLEZZA E SEDUZIONE

a cura di
Elizabeth Brooke
e Annamaria Bava
direzione scientifica di
Francesca Villanti

Pagine: 280
F.to chiuso: 24 x 28 cm
Confezione:
Copertina cartonata

Editore:
MOEBIUS
Stampa:
Tecnostampa
Loreto (AN) Trevi (PG) Italia

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