24 Gen Dario Cimorelli Editore dà alle stampe il volume “Tina Modotti”, con Tecnostampa Pigini Group.
La più completa mostra mai organizzata sull’opera di Tina Modotti (Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, 1896-1942) è in esposizione a Palazzo Roverella, Rovigo. Inaugurata lo scorso 22 settembre, la mostra sarà aperta al pubblico fino al 28 gennaio 2024 ed espone più di 300 opere tra immagini, filmati e documenti che ricostruiscono il lavoro fotografico di una delle più importanti fotografe del XX secolo. Dalle architetture alle nature morte, dal racconto della quotidianità dei ceti popolari, dei contadini, degli operai, dei bambini e delle donne, alla mutazione delle periferie con l’arrivo della nuova modernità.
Tinissima.
Il suo esordio alla vita pubblica la vede nel cinema, grazie alla sua bellezza e personalità prorompenti, amata da registi e fotografi lasciò ben presto il mondo patinato di Hollywood per rispondere al suo carattere battagliero che la vide politicamente e socialmente schierata dalla parte dei più deboli.
L’attivista Tina, colta e raffinata, seppe tuttavia utilizzare le sue doti artistiche con la macchina fotografica lasciandoci le straordinarie testimonianze che possiamo ammirare a Palazzo Roverella, la fotografia partecipante ne è la rivelazione.
Come spesso accade, dopo la sua morte nel 1942, la figura di Tina Modotti fu per molti anni dimenticata. Fino al 1977, data in cui il Moma di New York le dedicò un’importante retrospettiva che segnò la riscoperta della sua opera confermandole il ruolo di grande protagonista del XX secolo.
Tina Modotti
Qui Modotti diventa fotografa, prendendo consapevolezza di come la fotografia possa servire a svelare le contraddizioni di un mondo in evoluzione ma nel quale permangono ingiustizia e povertà.
Intelligente e sensibile, Tina si getterà con la stessa passione nella fotografia e nell’attività politica, iscrivendosi prima a Soccorso Rosso, l’organizzazione voluta dal Comintern, e poi alla Lega Anti-Imperialista, venendo a contatto con personaggi del calibro di Sandino e Nehru.
Legata sentimentalmente a Vittorio Vidali, una sorta di spia del futuro KGB, si avvicina al Partito Comunista Messicano e ad alcuni dei suoi più famosi militanti comunisti, come il pittore Diego Rivera, del quale fotografa i suoi mirabolanti murales, o la femminista Frida Khalo, con la quale probabilmente ebbe anche una storia d’amore.
All’organizzazione di questa mostra ha partecipato, l’associazione culturale Cinemazero di Pordenone, già molto attiva nella produzione di eventi di questo genere ed a cui fa riferimento il curatore Costantini, mentre sul fronte istituzionale ci sono Fondazione Cariparo, la maggior fondazione bancaria veneta, il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi. Main sponsor Intesa Sanpaolo.
“Tina Modotti. L’opera”
oltre 300 opere
272 pagine
F.to chiuso: 23×28 cm.
Confezione: brossura cucita
con copertina cartonataCuratore: Riccardo Costantini
Editore: Dario Cimorelli Editore
Stampa: Tecnostampa Loreto (AN) Italia
Tina Modotti. L’Opera. La più completa mostra mai realizzata in Italia